Movenze sinuose e sensuali, larghi ma addolciti fianchi che si muovono a ritmo di una musica capace di far vibrare ogni singola fibra del corpo, sguardi che ammaliano ed incantano: è questa la danza orientale.
Secondo la cultura orientale e non solo, questa danza, meglio conosciuta come “danza del ventre”, esalta parti del corpo femminili che hanno un potere generativo e sensuale.
Chi pratica questa danza infatti concentra tutto il proprio essere e le proprie emozioni, dalla felicità alla malinconia, dall’amore all’odio, nelle movenze del proprio bacino, unico vero centro della vita.
Difatti è il ventre della donna che custodisce il miracolo della vita, lo culla, lo nutre e lo protegge fin quando, ormai pronto, lascerà il suo luogo sicuro per affacciarsi al mondo .
Proprio quest’ultimo concetto richiama le più antiche origini della danza del ventre.
Le origini
La danza orientale ha origini molto antiche, molti esperti infatti la collegano ad una cerimonia religiosa dell’epoca mesopotamica. In quel periodo le donne, per lo più sacerdotesse, erano solite danzare in onore della dea Ishtar, la Grande Madre, la dea dell’amore, della fertilità e dell’erotismo, chiamata Inanna dal popolo sumero e Venere dal popolo romano.
Tali danze avevano lo scopo di invocare la fertilità della terra e delle donne con particolari movenze del ventre, fulcro della vita, che a loro volta richiamavano i movimenti della terra: le onde del mare e le fasi lunari venivano “imitati” con il lento e sinuoso ondulare del bacino mentre i movimenti sussultori e veloci dello stesso rappresentavano il parto o l’atto intimo della procreazione.
Fu durante l’Impero ottomano che la danza orientale iniziò a diffondersi nei paesi dove i sultani regnavano sovrani, subendo una radicale trasformazione: da rito religioso divenne infatti un vero e proprio spettacolo che aveva il solo scopo di intrattenere.
Il popolo europeo invece ne venne a conoscenza verso il XIX secolo grazie ai racconti dei soldati francesi che avevano servito Napoleone durante la campagna in Egitto.
Furono infatti questi ad assistere per primi agli affascinanti ed ammalianti spettacoli di danzatrici che con grande maestria riuscivano a comunicare la loro sensualità attraverso i movimenti del bacino, una danza che i francesi chiamarono per l’appunto “danse du ventre” – letteralmente tradotto in danza del ventre .
Seducenti movimenti del ventre che, pur rispettando una particolare tecnica, non seguivano una specifica sequenza bensì erano basati sull’improvvisazione. La prima danzatrice che elaborò e creò le basi tecniche della danza del ventre fu Badia Masabni.
Badia Masabni e la danza orientale moderna
Danzatrice libanese, riuscì a trasformare letteralmente la danza orientale, fino ad allora relegata al ruolo di attrazione folkloristica e popolare, in uno spettacolo successivamente copiato ed esportato in tutto il mondo.
Nel 1926 infatti, Madame Badia aprì nella capitale d’Egitto, Cairo, il locale “Casinò Opera”, un locale che gli occidentali avrebbero definito cabaret in quanto vi venivano organizzati diversi tipi di spettacolo, dalla danza al canto, dalla magia agli sketch comici.
Questa congiunzione tra occidente ed oriente spinse la danzatrice ad unire la danza orientale con quella classica di matrice occidentale, inserendo nella prima il movimento delle braccia della seconda, una parte del corpo che fino a quel momento risultava statica per concentrare ancor più l’attenzione dello spettatore sul bacino in movimento.
Si vennero così a formare le basi tecniche della danza del ventre, a discapito però dell’improvvisazione e della spontaneità dei movimenti, senza comunque rinunciare alla caratteristica definizione di danza sinuosa e sensuale.
A seguito di questa moderna evoluzione, nel corso degli anni, la danza orientale è poi stata suddivisa in diversi stili.
Stili della danza del ventre
Le basi della danza orientale sono racchiuse nella parola “Raks Sharqi”, così chiamata la classica danza egiziana dalla quale prendono spunto tutti gli stili moderni.
È una danza caratterizzata da complessi movimenti sinuosi e molto raffinati, che mettono in evidenza la femminilità della danzatrice attraverso il movimento del bacino, punto focale della donna, il suo centro di vita.
Il delicato ma deciso movimento ondulatorio dei fianchi, oggi viene accompagnato da quello delle braccia che si equilibrano con il resto del corpo, aiutando lo stesso a comunicare le proprie emozioni attraverso la danza.
Meno intima e più ritmica invece è la danza orientale con i cimbali – 4 piattini di metallo posizionati sul pollice e il medio di entrambe le mani – che fungono da accompagnamento musicale alla performance.
Più tecnica è la danza orientale con il bastone, inizialmente usato come strumento di protezione, oggi diventa un tutt’uno con i movimenti del corpo femminile.
Più coreografica è la danza orientale con il velo: inserito da Madame Badia nei suoi spettacoli di cabaret, contribuiva a rendere più sinuosi i movimenti delle braccia, creando così una più armoniosa unione tra il bacino e il resto del corpo.
Più difficile è la danza orientale con il candelabro o la spada, oggetti che la danzatrice tiene in equilibrio sul capo mentre i suoi fianchi ed il suo ventre sono impegnati in movimenti lenti e morbidi.
Quest’ultima è divenuta una specialità di Tahiya Karyoka, danzatrice orientale del “Casinò Opera”, personaggio di spicco nella storia della danza del ventre, considerata una vera e propria musa per tutte coloro che intendono intraprendere tale professione.
Tahiya Karyoka
Di lei è stato detto che fosse in grado di “cantare con il suo corpo”, un talento innato che non necessitava di alcuna presentazione perché erano le particolari movenze del suo corpo a parlare per lei.
Innamorata della danza sin da piccola, ha lottato contro la propria famiglia, arrivando a superare ogni limite, pur di rendere reale il suo sogno: poter ballare.
Donna dalla grande personalità, non si è mai fermata di fronte a nessun ostacolo, diventando celebre non soltanto per il suo modo di danzare, capace di affascinare chiunque avesse la possibilità di guardarla, ma anche per il suo carattere forte.
Fu in grado di unire le tecniche della danza classica e latina con quelle orientali, diventando la prima donna d’Egitto ad utilizzare le scarpe con i tacchi alti durante le proprie esibizioni, contravvenendo ad una delle tradizionali regole dello stile classico egiziano di danza del ventre, ossia ballare a piedi nudi.
Danza del ventre benessere che parte dal ventre
Ma la danza del ventre non è solo ed esclusivamente una forma di intrattenimento basata sulla seduzione e sulla provocazione, la danza orientale è anche benessere psico-fisico.
Gli armoniosi movimenti del bacino – che comprendono l’oscillazione dell’addome, la rotazione dei fianchi e la più o meno leggera torsione del tronco – creano un forte equilibrio tra corpo e mente, consentendo a quest’ultima di esprimersi attraverso il primo.
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