La Procura della Repubblica di Asti ha ricevuto un esposto, una particolare e delicata informativa di scomparsa, con relativa richiesta di accertamenti ed indagini, che con evidenza inequivocabile rischia di legarsi al giallo di Elena Ceste:
Lorenzo Croce, presidente dell’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) ha evidenziato alla Procura astigiana l’apparente o presunta scomparsa di Gandalf, cane di razza Springer Spaniel da tartufo.
Cosa ha a che fare la presunta scomparsa di Gandalf con la morte di Elena Ceste?
Il cane, sino alla scomparsa della mamma di Costigliole, viveva in casa Ceste,
ma Michele Buoninconti poco dopo la sparizione della moglie ha allontanato Gandalf dall’abitazione sottraendo, altresì, ai bambini l’affetto del loro amico a 4 zampe.
Perché Gandalf è stato allontanato da casa Ceste?
Perché Michele ha tolto ai suoi figli la compagnia del cane? Nel farlo papà Michele ha tenuto in debito conto che per i piccoli questo distacco avrebbe potuto essere pietoso e mesto, ha considerato che l’assenza di Gandalf avrebbe potuto acuire il dolore, già insanabile, vivo e pungente per la scomparsa di mamma Elena?
Il settimanale Giallo, Cairo Editore n°47 del 26 novembre 2014, riporta il contenuto di un’intercettazione ambientale registrata in casa Buoninconti:
l’intercettazione dimostrerebbe che i figli di Elena hanno sofferto l’allontanamento del cane e dinnanzi alla scoperta della decisone paterna i bambini avrebbero pianto.
Michele non ha fornito una convincente giustificazione per spiegare l’allontanamento dell’animale, non lo ha fatto né dinnanzi ai figli, nell’occasione del loro pianto (dimostrato probabilmente dall’intercettazione citata dal settimanale) né lo ha mai fatto pubblicamente.
Rispetto alla vicenda, che sta assumendo i contorni di un vero giallo, il Buoninconti ha fornito diverse giustificazioni, nessuna particolarmente convincente ma sopratutto nessuna completamente concludente.
Ecco le giustificazioni addotte da Michele relativamente all’allontanamento di Gandalf da casa Buoninconti-Ceste:
– secondo il settimanale “Giallo” Michele avrebbe detto che per l’acquisto del cane, arrivato in casa Ceste per il tramite di un primo proprietario, gli erano stati domandati ben 800 euro di cui lui non disponeva e perciò, per carenza di danaro, avrebbe dovuto rinunciare al cane;
– lo stesso Buoninconti avrebbe poi detto che Gandalf gli era astato solo prestato e quindi altro non avrebbe fatto che restituirlo al proprietario legittimo;
– in ultimo Michele avrebbe persino sostenuto di aver rimesso il cane al suo primo proprietario perché quest’ultimo portava continuamente in casa Buoninconti-Ceste cani femmina con i loro legittimi proprietari solo per fare accoppiare Gandalf e questo via vai di cani e padroni sarebbe stato oltremodo fastidioso.
E’ tutto vero? Queste dichiarazioni sono comprovabili o sostenibili? Michele le ha effettivamente riportate con convinzione e serietà?
Nel suo esposto alla Procura della Repubblica di Asti il presidente dell’Aida chiede che si indaghi sulle sorti di Gandalf e fonda la sua richiesta su dei fatti precisi e su dati oggettivi:
- Gandalf era in casa Buoninconti sono alla scomparsa di Elena, poco dopo improvvisamente il cane sparisce;
- non è dato sapere, perché Michelie non lo ha mai dichiarato, chi è il presunto legittimo proprietario dell’animale, colui che ora dovrebbe detenerlo in buone condizioni di salute;
- non è stato sin ora possibile risalire all’eventuale iscrizione del cane nell’anagrafe canina della Regione Piemonte.
Il dubbio che avanza il settimanale “Giallo “ma che è condivisibile da qualunque lettore medio è solamente uno, chiaro e immediato: Gandalf poteva essere in grado di fiutare la sua padrona e raggiungerne le povere spoglie nascoste nel fango così vicino casa?
In teoria, date le caratteristiche del cane, sì! Teoricamente Gandalf avrebbe potuto varcare il cancello dell’abitazione ove viveva e raggiungere, grazie al suo fiuto, l’amata padrona.