Una calma apparente tra la tempesta che c’è stata e quella che, dopo una breve pausa tra oggi e domani, si appresta a tornare nei prossimi giorni. Si presenta così la situazione in tutte le località rivierasche che si affacciano sul Lago Maggiore.
La galleria fotografica che vi presentiamo ci offre un panorama sconfortante, dove la natura fa da padrona e si rivela in tutta la sua potenza dirompente: dal lago in piena emergono lampioni, panchine, parchi giochi, chioschi e alberi dove nono è più possibile distinguere esattamente la riva.
Dove fino a qualche giorno prima si passeggiava tra temperature miti e ci si fermava per un aperitivo ad ammirare le catene montuose che circondano il lago imponente con le sue magiche atmosfere, oggi è una devastazione… da Luino a Laveno, da Germignaga a Portovaltravaglia, Maccagno, Sesto Calende, Arona, Reno, Caldé, Ispra… per non parlare delle Isole Borromee.
Era dal 2004 che il Verbano non superava più la quota dei 195,50 m, e dal 2006 quella di quota 196,00. Una lunga attesa che l’esperienza dei residenti di queste zone più volte sottolineavano come presagio di una piena più importante.
Al momento siamo a 196,75 cm, 1,6 metri sopra il livello di esondazione a Laveno, in soli 4 giorni il livello è salito di 140 cm.
Proprio a Laveno la piena è chiaramente visibile grazie alla statua di San Francesco situata nel porto vecchio che fa da segnale empirico per calcolare l’esondazione: ieri era ancora raggiungibile a piedi, oggi si trova sommersa per almeno un metro.
Il record degli ultimi 150 anni risale al 4 ottobre 1868 con ben 200,23 slm, per fortuna non si dovrebbe più arrivare a piene tali con le attuali regolazioni artificiali del bacino. La piena sembra destinata a stabilizzarsi e aumenterà al massimo di altri 5-10 cm, dopodiché dalla serata dovrebbe iniziare a calare.
Purtroppo, però, come riferisce MeteoSvizzera, la fase di tempo asciutto che seguirà è molto breve e già per sabato sono attese ulteriori precipitazioni che potrebbero di nuovo perdurare alcuni giorni e creare nuovi ulteriori disagi che si sommeranno a quelli già in corso.
La navigazione sul lago, come da comunicato ufficiale, rimane sospesa fino a nuovo ordine:
“Si porta a conoscenza della clientela che, a causa dell’innalzamento della quota lago, a far data dalla giornata odierna (12.11.14) e fino al ritiro del presente avviso le corse nella tratta Intra – Pallanza – Stresa e viceversa, vengono soppresse, mentre saranno possibili ulteriori soppressioni e/o limitazioni sulle altre relazioni di traffico ivi compresa la tratta Intra – Laveno.”
Moltissime scuole rimangono chiuse, molti i disagi relativi agli spostamenti, alcune strade sono state chiuse, in particolare quella tra Luino e Maccagno, anche a causa di alcune frane. Anche i trasporti su rotaie hanno subito e stanno subendo ritardi a causa di smottamenti e frane, tra cui una particolarmente importante in località Barasso che ha causato il fermo di alcuni treni nella serata di ieri.
Sopra la soglia di guardia anche la situazione di alcuni fiumi della zona: Boesio, Margorabbia, Tresa, Ceresio, Arno, Arnetta, Giona, Viganella che esondano e rompono gli argini in alcuni punti.
Nella parte bassa del lago è stata parzialmente allagata la strada provinciale 69 a Sesto Calende e a Laveno Mombello e lungo la statale 394. I lungolaghi e le piazze che sempre ci allietano a fronte lago sono state allagate e trasformate in piscine dove galleggiano tronchi. Numerosi scantinati e cantieri navali della zona risultano impraticabili. Molti locali caldaia sono stati allagati causando il blocco degli impianti di riscaldamento e spesso la sospensione della luce elettrica.
Purtroppo nella giornata di mercoledì un uomo è morto dopo essere caduto al porto di Ispra. Nel primo pomeriggio si era recato presso la sua piccola imbarcazione che stava cercando di svuotare ma il mezzo si è ribaltato e il corpo è stato rinvenuto dai sommozzatori a pochi metri dalla riva.
Diverse case sono state evacuate per sicurezza e a Locarno invece sono stati evacuati i pazienti e il personale della clinica Santa Chiara in pericolo per l’esondazione.
I negozianti delle zone colpite cercano di difendersi come possono con paratie e sacchi di sabbia. Sono abituati a non lamentarsi, a rimboccarsi le maniche a trattare il loro lago e il loro amore-odio per il Verbano si fa sentire pesantemente in questi momenti di disagio.
Il sostegno e l’aiuto effettivo alle persone e alle case è costantemente dato dalle squadre della Protezione Civile:
centinaia di volontari che non si risparmiano giorno e notte per mettere in sicurezza quanto possibile e recuperare i danni, malgrado la burocrazia spesso scoraggiante.
Le responsabilità, come sempre in questi casi, si rincorrono.
Alcuni colpevolizzano l’apertura dei bacini in territorio svizzero che è avvenuta nel momento meno opportuno mentre avrebbero potuto svuotarli giorni prima della prevista perturbazione o attendere alcuni giorni dopo.
Altri sostengono che non vi siano alternative e se sul lato elvetico non si aprissero i bacini, i danni sarebbero ancora peggiori anche a sud del lago nella zona della Pianura padana e il rallentamento dell’acqua è doveroso. Inoltre la diga della Miorina a Golasecca presso Sesto Calende è completamente aperta e il deflusso del lago avviene secondo la regola naturale ma il lago Maggiore ha una portata doppia rispetto a quanto lo sbarramento della Miorina riesce a far defluire.
Le caratteristiche morfologiche del territorio purtroppo lasciano ben poco spazio a polemiche.
Non rimane che sperare che la tregua duri più del previsto e le future piogge non si riversino in modo così abbondante e repentino nei prossimi giorni.
A tutti gli abitanti della zona un abbraccio di solidarietà e un grazie di cuore a tutti quelli che si prestano ad aiutare e informare in queste ore.
Fonti: Amici di Laveno e Lago Maggiore, Varesenews