Gli interessi economici spesso spingono la razza umana anche al di là della stessa ragione, facendo scelte che sembrano vantaggiose ma lo sono solo contingentemente e si rivelano anzi disastrose per il futuro.
Tra i tanti errori le cui ripercussioni si stanno già facendo sentire pesantemente, vi è la deforestazione, cioè la riduzione progressiva delle aree verdi terrestri per i più svariati motivi, dall’utilizzo smodato del legname come combustibile o materiale di costruzione, che ha radici storiche antiche, a quello più “moderno”, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, per fare spazio a città, piantagioni monoculturali e altre varie mostruosità territoriali tutte antropiche e caratterizzate dallo sfruttamento.
La presenza del verde sul nostro pianete ha un ruolo fondamentale per il mantenimento della biosfera e degli equilibri dell’ecosistema in generale.
Con la fotosintesi, le piante assicurano il giusto ricambio tra ossigeno e anidride carbonica, fornendo a mondo un vero e proprio sistema respiratorio, sono il polmone del nostro pianeta.
Cosa succederebbe senza polmoni ad una persona? Ecco cosa succederebbe alla terra senza piante. Non respirerebbe più!
Inoltre le foreste filtrano e trattengono le acquee riducendo di gran lunga il dissesto idrogeologico i cui effetti sono sotto i nostri occhi ogni giorno.
Le radici e le piante riducono l’erosione del suolo, lo mantengono vivo e compatto limitando i danni da inondazioni e alluvioni.
Distruggere le foreste significa anche distruggere l’habitat di molti animali, oltre alle piante stesse, con grave danno alla biodiversità e all’uomo.
Ciò che forse non sappiamo, o meglio, di cui non siamo pienamente consapevoli, è che anche noi nel nostro piccolo quotidiano spesso contribuiamo alla deforestazione, e dunque ad accorciare la vita del nostro pianeta e a renderla sempre più qualitativamente peggiore.
In particolare alcuni prodotti sembrano avere un impatto incredibile proprio su questo fronte:
– Olio di palma, genericamente proposto anche come “olio vegetale”, presente in moltissimi dolci e prodotti da forno confezionati lavorati, anche salati, oltre ad esser dannosissimi per la salute per essere ricchi di grassi saturi, contribuiscono in modo pesante alla deforestazione. Per far posto alle coltivazioni di palma da olio vengono abbattuti ettari ed ettari di foreste con interventi drastici che comprenderebbero anche incendi.
L’olio di palma si trova anche in tanti prodotti per la pulizia e l’igiene come saponette, bagnoschiuma, shampoo, cosmetici. Optiamo per alternative ecologiche e bio certificate oppure per formule fai-da-te casalinghe efficaci ed economiche.
– Cacao e cioccolato, tabacco, zucchero e caffè sono spesso coltivati in regime di deforestazione e sfruttamento del territorio oltre che dei lavoratori. Sono prodotti ad altro impatto ambientale.
Meglio sono le materie prime provenienti dal commercio equo e solidale o dall’Italia anche se, ad esempio, il tabacco italiano è poco conosciuto ed incentivato. In alcuni casi è possibile optare per alternative come la farina di carrube per il cacao o frutta per dolcificare le torte!
– Abituiamo anche i nostri figli a non sprecare carta, a riconoscere il valore del legno e dei suoi derivati e incentiviamo la pratica del riciclo.
Consideriamo i prodotti certificati FSC (Forest Stewardship Council)e PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) che ci garantiscono che il prodotto è realizzato con materiale proveniente da foreste gestite correttamente dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e secondo standard di implementazione forestale continua.
– La soia che viene prodotta in larga scala soprattutto per il mangime degli animali e il loro allevamento intensivo. Scegliamo quella biologica e possibilmente italiana per evitare anche gli Ogm.
– La carne il cui impatto ambientale è ormai assodato, visti gli allevamenti intensivi. Cerchiamo di consumarne meno possibile visto che anche da riscontri medici sembra appurato che l’abuso di carne porti a conseguenze negative per il nostro corpo, dal colesterolo all’accumulo di tossine potenzialmente cancerogene.
Inoltre più gli esseri umani mangiano carne, più la conversione dalle piante al cibo a loro destinato, diventa sempre meno efficiente e necessità di risorse del territorio.
– Quella del cotone è una delle manifatture meno sostenibili al mondo. Optiamo per un riutilizzo dei tessuti, la riparazione, quando è possibile o il cotone biologico.
Piccoli gesti che determinano un’inversione di rotta globale di cui anche i nostri figli ci ringrazieranno!