C’è una parola che spesso fa paura a una donna: fibroma.
Con questo termine si indica genericamente una crescita anomala di tessuto muscolare nell’utero. Si può anche chiamare mioma o fibromioma.
E’ una neoplasia benigna tipicamente femminile, anche abbastanza diffusa, la sua evoluzione maligna è molto rara..
Queste formazioni possono rimanere della stessa dimensione o essere soggette a modificazioni, aumentare di numero o crescere di dimensioni, da pochi millimetri fino a 15 centimetri e più.
Sono più frequenti nelle donne in età fertile ma sopra i 35 anni. L’obesità e la loro presenza nella cerchia familiare sono dei fattori predisponenti.
Quali sono i sintomi?
Spesso non danno nessun tipo di segnale della loro presenza e si scoprono durante una visita ginecologica e, se necessario, indagati meglio grazie ad un’ecografia trans vaginale che ne determini meglio le caratteristiche.
In alcuni casi però, in base alla loro posizione, i fibromi interferiscono con la contrazione delle pareti uterine e possono, ad esempio, causare mestruazioni particolarmente abbondanti e dolorose se localizzati sotto l’endometrio.
Sul collo dell’utero possono provocare maggiori secrezioni o piccole perdite ematiche. Altre volte comprimono la vescica o il retto e stimolano o inibiscono la loro funzionalità.
Spesso si associa la presenza di fibromi alla difficoltà ad avere figli.
In linea di massima non è un binomio assoluto, potremmo dire però che diventa un fattore peggiorativo qualora ci siano anche altri problemi che diminuiscono la fertilità della coppia.
Inoltre, a causa della massiccia produzione di estrogeni durante la gravidanza, l’utero cresce e potrebbero crescere anche i fibromi causando potenziali problemi per il feto, per la mancanza di spazio o la posizione che il bimbo deve assumere per “accomodarsi” alla presenza dei fibromi.
Se il fibroma è esterno all’utero può comportare una compressione agli organi che può portare a difficoltà digestive o dolori più o meno fastidiosi.
Nei casi più gravi, il fibroma potrebbe rompersi con conseguenti contrazioni e il rischio di un parto prematuro o un aborto. Il medico potrebbe prescrivere dei farmaci per diminuire queste eventualità. La stessa pericolosità si ha se si trova vicino a una tuba.
Una gravidanza in presenza di fibrosi potrebbe anche svolgersi in modo assolutamente normale e non essere neppure una ragione per ricorrere al cesareo se il fibroma non ostruisce il passaggio del bambino.
Possono essere tolti?
Normalmente, se il dottore ritiene il caso, in base alla sintomatologia e al quadro generale della donna, possono essere eliminati chirurgicamente. Tendenzialmente vi è una predisposizione alla formazione dei fibromi che, anche dopo la loro eliminazione, spesso ricompaiono, dunque è bene valutare anche questa eventualità.
Comunque in presenza di sintomi evidenti è bene indagare la loro presenza prima di pianificare una gravidanza e discutere con il proprio medico la linea da seguire.
L’asportazione chirurgica avviene tramite laparotomia o laparoscopia, quest’ultima senz’altro meno invasiva ma non sempre possibile, dipende dalla posizione del fibroma.
In alcuni casi si consiglia una terapia con la pillola anticoncezionale, che, diminuendo la quantità di estrogeni, rallenta la crescita del fibroma e riduce le perdite ematiche.