Qualche giorno fa mi sono imbattuta in un video di un’intervista fatta da Gad Lerner ad un imprenditore milanese, andata in onda su La7 oltre un anno fa.
La storia mi ha incuriosito, e ho voluto approfondire.
Sembrava una sorta di favola moderna, ma a giudicare dai testimoni (molte testate autorevoli ne hanno parlato, da un anno a questa parte) è una storia vera, accaduta realmente, ma che ha quasi del miracolo.
Lerner intervistava in maniera anonima (si sentiva la voce ma le immagini che passavano erano una sorta di servizio che mirava a nascondere il volto dell’intervistato) un uomo, un imprenditore, benestante milanese, Andrea.
Andrea ha cominciato il suo racconto: grazie alla sua posizione e alle sue entrate è sempre riuscito a fare beneficenza.
Staccava assegni, faceva donazioni, finchè un giorno questo non gli è più bastato, dice lui stesso.
Voleva vedere in volto le donne e gli uomini che aiutava, voleva poter scegliere di regalare una vita migliore a qualcuno davvero bisognoso, e soprattutto voleva toccare con mano tutto questo.
Ha conosciuto uomini e donne, storie e drammi, vite segnate dalle difficoltà, e a molti ha voluto cambiarla questa vita.
L’ha cambiata, continua Andrea al microfono de La7, a Maurizio, dirigente d’azienda che si è ritrovato senza lavoro perché la sua azienda aveva chiuso. Dopo che anche la moglie aveva perso il lavoro e la casa ed erano costretti a vivere in auto, Andrea e il figlio gli hanno trovato una casa decorosa dove vivere, gli hanno dato del denaro per ricominciare da lì.
Oggi, racconta sempre Andrea, Maurizio vive bene, e anche altri, grazie al suo aiuto, sono riusciti a risalire dal fondo della scala sociale.
Andrea si è accorto di questi “ultimi” e spera che il suo esempio venga seguito da altri.
Per questo scopo è stata fondata anche una Fondazione, che Andrea ha voluto chiamare Condividere, parola che è per lui fonte di vita, fondamentale, senza la quale niente avrebbe senso.
La Fondazione Condividere si occupa di raccogliere fondi per aiutare le persone in difficoltà, quegli ultimi che Andrea ha visto in faccia e ha voluto aiutare.
Oltre alla Fondazione le storie come quelle di Maurizio sono state raccolte in un libro, edito da Feltrinelli, che si intitola “L’Angelo Invisibile”, i cui proventi, non c’è neanche da chiederlo, vanno tutti in beneficienza per aiutare chiunque realmente non riesce a farcela, e chiede l’intervento di un Angelo invisibile.