Quando si scopre che il bambino di cui si attende la nascita è malato nel cuore di una donna, nel suo animo e nella sua vita reale qualche cosa si rompe in modo irreparabile.
Se la malattia del figlio, che già cresce nel ventre materno, è grave o gravemente lesiva dell’autonomia di vita e di sviluppo del bambino, la mamma ed il papa possono trovarsi dinnanzi alla più difficile, dolorosa e complessa delle scelte: possono cioè trovarsi costretti a decidere se portare avanti la gravidanza o se interromperla.
Nessuna scelta è giudicabile, qualunque decisione di questo tipo resta personale e dipende da ispirazioni emotive, considerazioni personali, retroscena socioculturali e religiosi.
Il 12 ottobre prossimo giungerà al suo naturale termine la gravidanza di Jenna (la bellissima mamma immortalata nelle foto contenute in questo articolo), Jenna e Dan aspettano Shane ma la loro non è una gravidanza comune.
Grazie ad una diagnosi prenatale, nefasta ma certa, Jenna e Dan sanno che Shane sarà affetto da una malattia comunemente mortale: l’anencefalia.
Cos’è l’anencefalia?
Si tratta di un gravissima malformazione congenita che interessa cranio e cervello.
Quando il feto è affetto da anencefalia, nello sviluppo del bambino, già durante le prime fasi della gestazione, si riscontra (a diversi livelli) l’assenza del cervello, degli emisferi cerebrali, del cranio e del cuoio capelluto.
Purtroppo è una malattia mortale che non lascia spazio ad alcuna speranza di sopravvivenza. Fortunatamente è una patologia poco diffusa, secondo le stime ufficiali la percentuale di bimbi malati, sul totale dei nascituri, è decisamente molto bassa: nascono affetti da questa gravissima malformazione meno di 1 neonato su 1000.
La patologia si riscontra già dai primi mesi di gestazione, grazie alla diagnosi prenatale più comune ovvero già grazie alle prime ecografie; infatti sin dal primo mese di gravidanza il nascituro affetto da anencefalia appare sprovvisto totalmente o parzialmente della volta cranica e dell’encefalo.
Jenna e Dan hanno deciso di portare a termine la gravidanza e di mettere al mondo il loro bambino. Arriveranno sino al parto pur sapendo che nel futuro prossimo di Shane c’è la morte.
Shane non potrà sopravvivere ma verrà al mondo e lo farà accolto dalla carezza calda delle preghiere di moltissimi “amici” di Jenna e Dan.
Jenna e Dan hanno creato per Shane una pagina Facebook, nata quasi come una naturale conseguenza della loro decisione, infatti è un luogo in cui ad amici e fan si chiede “semplicemente” di pregare.
La pagina Facebook si intitola “Preghiere per Shane” ed ha più di 300.000 Mi Piace.
Nel loro percorso di attesa Jenna e Dan hanno raccolto emozioni:
hanno visitato molti luoghi in cui avrebbero voluto portare Shane e hanno fatto quelle cose che i genitori si aspettano di fare con e per i figli, ne è venuto fuori un emozionante diario di ricordi. I ricordi di un’attesa che in sé ha racchiuso e drammaticamente concluso tutta la vita di Shane.
Sulla pagina Facebook che raccoglie le preghiere per Shane si incontrano testimonianze profonde e dolcissime, come questa:
Ovviamente dietro la scelta di Jenna e Dan c’è l’idea che la vita parta dal concepimento e c’è il rispetto estremo dell’attesa già intesa come esistenza del figlio.
Senza entrare nel merito della scelta etica e personale di questi due genitore a loro si deve il merito di aver “stravolto” il senso di una scoperta terribile: la malattia di Shane da causa di dolore e lutto si è trasformata in occasione di speranza.
- Personalmente non avrei forse compiuto una scelta così estrema come quella di Jenna, per parte mia non sarei riuscita a sorridere alla vita perché l’idea del dolore e della morte mi avrebbe sopraffatta. Tuttavia trovo che quest’esperienza di amore, di cui Jenna e Dan ci fanno partecipi attraverso la pagina Facebook, sia assolutamente pura e capace di esprimere una considerazione della vita libera da ogni condizionamento culturale ed unicamente ispirata all’istinto di cura proprio di ogni genitore.