Qualche tempo fa sul Daily Mail comparve un’intervista ad un pilota e agente dell’FBI.
L’articolo non trattava di alcuna missione segreta, tantomeno di come gli agenti dell’Intelligence americana venivano addestrati, ma semplicemente la confessione di un padre all’indomani della scoperta di un fatto molto personale.
L’articolo è molto attuale e descrive il sentimento di un papà davanti ad evento che non puoi controllare, come la nascita di un bambino.
Si chiama Heath White, ed ha raccontato con tutta la fragilità di un essere umano di come abbia accolto nella sua vita sua figlia, affetta dalla sindrome di Down.
“Paisley (la bimba ndr) è la luce nell’oscurità, l’ispirazione della mia vita e della mia famiglia” racconta Heat.
Ma non era questo il sentimento che dominava il suo cuore nel 2007, quando cioè scoprì che sua moglie Jennifer aspettava una bambina Down.
Lui, che ambiva alla perfezione, come lo dimostravano i suoi successi al college, e dopo nella sua carriera militare, pensava che questa bambina avrebbe rovinato la sua vita.
“Il mio unico pensiero era cosa avrebbe detto di me la gente. Fu molto triste. Sapere di aspettare un bambino Down è un’esperienza simile alla morte, così mi sentivo. Come se avessi avuto un bambino “rotto””.
Heat addirittura tentò di convincere la moglie Jennifer ad abortire, ma fortunatamente le cose andarono diversamente.
Jennifer invece tentò di fargli sentire quel sentimento d’amore che lei provava, che lei voleva quella bimba con tutta sè stessa, che non sarebbe riuscita a vivere senza di lei.
Paisley nacque il 16 marzo 2007, e le sue sorelle maggiori e la sua famiglia la accolsero con amore.
Ma mentre la piccola rideva nelle foto, Heat non riusciva a stabilire alcun legame con lei.
La nonna commentò che quasi non sembrava Down, ma lui sapeva che era una bugia.
E’ stato solo dopo qualche tempo che Heat realizzò che Paisley non era differente dagli altri bambini.
La svolta avvenne quella volta che Paisley cominciò a ridere al solletico del papà, tentando di spingerlo via: “Il suo sorriso, e le sue risate, il suo reagire a me, in quel momento capii che lei era come tutti gli altri bambini. Era la mia bambina” racconta.
Capì a quel punto che doveva dimostrare quanto lui fosse orgoglioso di lei.
Prima che Paisley nascesse Heat aveva partecipato a una serie di gare di corsa, e a un certo momento capì che avrebbe ricominciato. Questa volta però con lei.
Si dotò allora di uno speciale passeggino, e ricominciò a gareggiare nelle maratone. E a vincere.
“Eravamo solo io e lei, e nessun altro. Riguardando le foto mi ritornano in mente quei bei momenti” dice Heat al Daily Mail.
E quando la bimba compì 5 anni, le insegnò a correre da sola, non aveva nessun problema a farlo.
Insieme hanno corso oltre 300 miglia di maratone, il che, per un bimbo affetto da Sindrome di Down è un traguardo ragguardevole.
Heat decise, quando la piccola aveva circa 18 mesi, di scriverle una lettera, pubblicata poi sotto forma di video sul sito di Sport ESPN.
Il video si intitola Perfect, e racconta il sentimento di un papà, e di come egli ami sua figlia al di sopra di ogni cosa.
Heat sa che questo potrebbe ferire la piccola Paisley in futuro, ma spera allo stesso tempo di dimostrarle il grande amore che lui prova per lei, e incoraggiare anche altri genitori che come lui si sentono preoccupati: non sono soli.
“Nessuno sapeva come mi sentivo prima che Paisley nascesse, e se posso aiutare anche una sola persona a non fare l’errore che stavo per commettere anche io, varrà il dolore che posso provocare nella mia piccolo, perchè anche lei possa capire il dolore che io ho provato” continua Heat.
E quale amore perfetto adesso invece prova questo grande papà per la sua piccola Paisley.
Fonte: Daily Mail