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Svezzamento: cosa fare se il bambino rifiuta la pappa

di Dott. Antonio Cretella

15 Marzo 2011

Perché il bambino non mangia?

A quante mamme è capitato di preparare le prime pappine nel modo migliore e con la massima cura, eppure il pupo ha rifiutato il cibo, non sembrando attratto né soddisfatto nell’approccio ai nuovi alimenti.

Che fare?

Il nutrizionista di Vita da Mamma affronta con noi il delicato argomento delle “pappe rifiutate, sputate e sgradite”.

Cosa fare quando il bimbo non vuole la sua pappa?

Se avete provato a svezzare il bambino in tutti i modi e niente ha funzionato, forse il momento non è quello giusto.

Speso può accadere che in famiglia, in concomitanza dello svezzamento, vi siano stati cambiamenti quali il ritorno della mamma all’attività lavorativa, traslochi o semplicemente il bambino non è stato bene. Eventi come questi rendono sicuramente lo svezzamento più difficile, e di introdurre un’altra novità nella vita del piccolo non è il caso.

Non forzate mai il bambino a mangiare controvoglia e non aspettatevi che le prime pappe vengano consumate interamente. Le prime volte il bimbo sputerà e mangerà pochissimi cucchiaini sia perchè deve apprendere sapori nuovi, sia perchè deve apprendere un nuovo metodo per alimentarsi passando dall’atto del succhiare dalla tettarella all’atto dell’ingoiare il cibo preso dal cucchiaio.

Per far si che il bimbo si adatti a un alimento che inizialmente respinge, sono necessari almeno 7-8 tentativi prima che lo accetti in modo stabile. Per questo, se ancora non lo abbiamo fatto, dovremmo incominciare a fidarci del piccolo e della sua capacità di regolarsi secondo il proprio appetito. Il settimo mese di vita, infatti, è il periodo in cui i bambini sono ormai pronti per interagire con l’ambiente e con le persone che lo circondano, riuscendo più facilmente a far conoscere i propri desideri e preferenze anche rispetto al cibo. Quindi, facendolo partecipare al pasto dei genitori, prima seduto sulle ginocchia della madre poi sul seggiolone, di sicuro mostrerà curiosità e interesse, imitando il “gioco” che vede fare ai grandi. Questo gli potrà permettere di passare dalla suzione alla masticazione indicandoci le sue preferenze.

Il bambino è già allenato al gusto, perché nel periodo fetale attraverso il liquido amniotico e poi attraverso il latte materno, egli ha già sperimentato il sapore dei cibi assunti dalla mamma.

Il bambino che non mostra interesse per il cibo ha probabilmente bisogno di altro tempo per prepararsi a questa nuova esperienza o semplicemente deve poter condividere questa nuova attività con le persone che lui ama e con le quali si sente sicuro.

A questa età la principale differenza tra lui e i suoi genitori riguarda la funzione della masticazione; dovendo masticare senza denti avrà bisogno di cibo triturato e frammentato. La prima pappa sicuramente è il brodo vegetale, infatti l’acqua è un eccellente mezzo per trasportare le sostanze nutritive attraverso lo stomaco e l’intestino e costituisce una buona fonte di sali minerali e vitamine che le verdure rilasciano nel brodo durante la cottura.

All’inizio si possono utilizzare carote e patate per poi passare, nel corso dei mesi, ad altre verdure come zucchine, lattuga, sedano, carciofi, fagiolini, ossia seguendo la stagionalità. Una comoda e pratica alternativa alle verdure fresche è rappresentata dagli omogeneizzati di verdure che, aggiunti all’acqua calda, permettono di preparare rapidamente il brodo vegetale. Le verdure in vasetto inoltre garantiscono un’alta digeribilità, grazie al processo di frantumazione finissima delle fibre a cui sono sottoposte.

Al brodo vegetale viene aggiunta la CREMA DI RISO, il cereale più indicato per la sua elevata digeribilità e perché scarsamente allergizzante. Oppure in alternativa MAIS, TAPIOCA, SOIA o SEMOLINO, un cucchiaino di parmigiano e uno di olio d’oliva.

Solo quando lo svezzamento avrà preso piede si potrà passare alla carne, un alimento insostituibile non solo per il suo contenuto proteico, ma anche per l’apporto di ferro. All’inizio si dovranno preferire carni bianche come agnello, coniglio e tacchino e successivamente, pollo, vitello e manzo. Anche in questo caso, possono tornare utili gli omogeneizzati comunque molto digeribili rispetto ai comuni frullati domestici.

Buona abitudine per grandi e piccini è quella di terminare il pasto con la frutta come mela o pera, omogeneizzata o grattugiata, che regala al bebè un’ulteriore dose di vitamine, sali minerali e fibre.



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