Quando una mamma ritorna a lavorare dopo avere partorito, e usufruito del periodo di astensione per maternità, lasciare il bimbo ad una baby sitter è una delle scelte obbligate, se non si vuole mandare il piccolo al nido a soli tre mesi di vita (soluzione che purtroppo in certi casi è l’unica percorribile, ma non certo la migliore).
Alcune stime parlano di un 17% di bambini in Italia che vengono accuditi da una Tata, e che questi stiano insieme più tempo che con la mamma stessa.
E allora come fare a scegliere la Baby sitter perfetta per i nostri figli?
Ricordo che quando toccò a me questa scelta cercai disperatamente una figura come Mrs Doubtfire, ve lo ricordate il film nel quale un papà divorziato si traveste da tata per stare con i suoi figli all’insaputa della mamma/ex moglie?
Ecco, mi sarebbe proprio piaciuto che un papà simpatico come Robin Williams, per di più che ti sistemasse casa e ti facesse studiare i ragazzi, fosse entrato nella mia vita mandandomi un curriculum da nunny perfetta.
Non è stato così, e non lo è diciamo quasi mai nelle case di chi cerca una baby sitter, e allora ecco qualche consiglio per la scelta di colei che dovrà stare, a sentire le statistiche, più tempo con questi bimbi della stessa mamma.
1 Quali referenze?
Le agenzie svolgono in genere un buon filtro per le assunzioni di persone da far lavorare in casa, ma anche il passa parola, soprattutto se in piccole città o in centri urbani ristretti, può essere un buon mezzo per avere referenze di una persona che ha già lavorato per qualcuno che si conosce e che può garantire sulla sua esperienza.
2 Quale età?
Che età dovrebbe avere la baby sitter perfetta?
Dipende sempre dalla persona e dai compiti che si intende affidargli.
In genere se si opta per le studentesse giovani, difficilmente a loro si potrà chiedere anche un aiuto in casa. Le ragazze che studiano infatti fanno questo mestiere per guadagnarsi qualche soldino e non perché vogliono farlo in eterno, e in genere non sono propense a gestire anche la casa del bambino che accudiscono.
D’altro canto, anche donne un po’ in là con gli anni hanno aspetti controproducenti: magari non guidano e non possono dunque accompagnare i bimbi un po’ più grandi ai loro impegni (feste, attività sportive, compagnetti, scuola).
Oppure semplicemente sono grandi e si stancano prima a tenere in braccio un bambino piccolo per molte ore consecutive
3 Rigida o di polso?
Tutte e due direi.
Una baby-sitter ideale dovrebbe essere affettuosa ma autorevole al tempo stesso.
Un bimbo, specie i primi tempi, dovrà essere consolato dal distacco con la mamma, e dunque la persona che lo tiene dovrà fargli sentire il calore anche nelle sue braccia. Ma al contempo, proprio perché i genitori saranno lontani da casa, lei dovrà insegnare ai bimbi che non perché mamma e papà sono assenti non ci sono regole e si può fare quello che si vuole.
4 Il primo incontro
E’ importante anche vedere la reazione della baby sitter e del bambino durante il loro primo incontro.
Vedere il comportamento della donna, se gli parla, se lo prende subito in braccio, se si instaura una sorta di feeling tra i due.
In genere una baby sitter che abbia esperienza di questo mestiere farà delle domande specifiche tipo, qual è il suo gioco preferito, o il suo cibo e le sue abitudini alimentari.
Questi sono i primi indizi che potrebbero far pendere la decisione di assunzione da un lato oppure dall’altro.
5 Che mantenga le regole dei genitori
Una cosa importante nel tempo è che si trovi una persona che rispetti le indicazioni che i genitori danno, alla tata e ai bimbi.
E’ importante infatti che la persona deputata a stare con i propri figli si attenga a tutto quello che mamma e papà dicono, in fatto di regole, alimentazione, orari, compiti e quant’altro.
Se così non fosse, non sarebbe necessario avere una persona di fiducia che segue i figli.
6 Per quanto tempo?
Quando si decide di cercare una baby sitter, è importante stabilire con lei che il rapporto di lavoro avrà un termine (difficilmente si può far firmare un “contratto a tempo indeterminato” per dei figli che crescono!), ma che potrebbe durare per molto tempo.
Infatti se la tata è brava, e se i bimbi si trovano bene, all’interno della famiglia si verrà a creare un rapport non solo lavorativo ma anche affettivo. Questa diventerà una persona di famiglia, e la sua presenza potrebbe essere necessaria per lungo lunghissimo tempo.
7 La flessibilità come caratteristica principale.
Quando si ha un bimbo da tenere non si può pensare di andare a lavorare in una fabbrica che si timbra il cartellino e si fanno le otto ora canoniche.
Purtroppo il bimbo, in quanto molto diverso da un robot, ha la necessità di avere a fianco a se una persona abbastanza flessibile, che è la caratteristica da ricercare in una baby sitter.
Flessibilità significa essere pronte a cambiare orario di lavoro quando il bimbo avrà la febbre, o se dovrà essere accompagnato a una festicciola, o se avrà molti compiti da fare e altri “straordinari” simili che prevedono che la baby sitter non guardi l’orologio una volta arrivato il momento di andare via.
E’ ovvio che anche un genitore dovrà mettere in conto gli “straordinari” in termini di compenso, a meno di concordare già da subito tutte queste eventualità e stabilire un forfait, sempre che tutte e due le parti siano d’accordo.
8 Le emergenze
E’ importantissimo vedere come una baby sitter si comporta in caso di un’emergenza. Stare con un bimbo infatti prevede una responsabilità infinita anche in questo campo: a casa e fuori il piccolo potrebbe semplicemente cadere male e ferirsi, o ingoiare qualcosa, o ancora scottarsi in cucina, e via dicendo. Una baby sitter deve sapere sempre che queste cose potrebbero accadere, ed essere pronta ad affrontare questi momenti con freddezza e prontezza.
9 Periodo di prova
Una volta scelta la baby sitter per il proprio figlio, è bene concordare un periodo di prova, per tutti e due i soggetti.
Non è detto infatti che sia sufficiente un colloquio (come in tutti i lavori) per stabilire che quella persona andrà bene per quel tipo di incarico.
Soprattutto, come si è detto prima, è possibile che il bimbo non stia bene con questa nova figura, o al contrario la baby sitter non riesce a trovare una sintonia con il piccolo.
Allora sarà bene stabilire che passato un po’ di tempo si possono tirare le somme e dopo questo, concordare di confermare o meno l’incarico.
10 La gelosia della mamma
Potrebbe invece succedere l’esatto contrario, ovvero che il bimbo si lega talmente tanto alla tata che la mamma comincia a soffrire di gelosie nei suoi confronti.
Proprio l’altro giorno, quando a mio figlio ho chiesto “E quando siete malati chi sta con voi?” Io mi aspettavo che i miei figli avrebbero risposto con enfasi che ero io, e invece il piccolo, prontamente ha detto “Anna!” (la tata ndr). Ecco, in questi casi, invece di rosicare (come ho fatto io!) è bene pensare che questa figura è così presente nella loro vita da potersi fidare ciecamente di far stare i propri figli con lei.
Insomma, la ricerca di una baby sitter è un compito difficile e irto di insidie, ma pensandoci con un po’ d’anticipo, e vedendo più persone interessate si potrà fare la scelta giusta e pensare che i propri figli sono in buone mani.