A volte la sofferenza dell’abbandono diventa ancora più agghiacciante quando è accompagnata da altre vicissitudini dolorose e umanamente incomprensibili.
La storia di Becky Hutchinson è la storia di una donna che ha vissuto i primi anni della sua vita in un mondo fatto di torture e violenze psicologiche e fisiche.
Data in affido ad una famiglia, si ritrova a combattere quotidianamente tra urla, punizioni e atteggiamenti schizoidi della madre affidataria.
Tenuta legata o messa costantemente nel box, i suoi ricordi sono diventati negli anni delle ossessioni che l’hanno portata sull’orlo della pazzia.
Poco più che un oggetto, Becky era maltrattata e malnutrita, cibata solo di liquidi e razionati.
Fino a quando, un giorno, che poteva essere l’ultimo della sua vita, si rivela la sua salvezza.
La donna che la “accudiva” la immerge in una vasca da bagno con dell’acqua bollente con il proposito di annegarla. La piccola si divincola, la portano al pronto soccorso dove presentava ustioni gravi ma per fortuna guaribili.
Dopo qualche tempo viene affidata ad un’altra famiglia che la adotterà.
Le ferite interiori però non si rimarginano altrettanto facilmente e per Becky la vita sarà durissima.
Si sente la causa di tante vicissitudini e dolore, si autopunisce, si colpevolizza, finirà con l’usare droghe e alcool e a fuggire qualsiasi occasione di “stare bene”, fino al tentativo di suicidio che solo per poco non va a buon fine.
Solo il caso o il destino, o come lo volete chiamare, le tendono una mano e un giorno inizia a frequentare una comunità dove inizia a prestare aiuto, si avvicina agli altri e negli altri ritrova se stessa insieme alla fede a ad una visione di un Dio buono che non la voleva punire.
Ora racconta la sua storia agli altri sperando che qualcuno possa capire più velocemente di lei dove si trova l’uscita del tunnel.
Fonte: CBN