Sembrerebbe una cosa scontata eppure si è dovuti ricorrere ad una campagna di sensibilizzazione per informare e convincere le future mamme a non bere alcolici durante la gravidanza.
Lo slogan è “Too young to drink”, cioè troppo giovane per bere e un neonato lo è di sicuro…
L’immagine che fa da sfondo alla campagna, su poster, manifesti e banner è abbastanza d’impatto: si vedono neonati immersi non nel liquido amniotico bensì in bottigliette di rum, vodka, whisky, vino e birra.
La campagna-shock, iniziata il 9 settembre scorso, è stata ideata e promossa dall’European Fasd (fetal-alchool spectrum disorders) Alliance, cioè l’Associazione per la sindrome feto-alcolica e disturbi correlati, un’organizzazione svedese internazionale, senza scopo di lucro, ed è stata lanciata in 20 paesi, tra cui anche l’Italia.
L’associazione si batte per trasmettere le giuste informazioni e soprattutto vuole sottolineare che non esiste un livello sicuro per il consumo di alcolici durante la gravidanza, dunque non si parla solo di madri alcoliste abituali ma anche occasionali consumatrici di alcolici e superalcolici.
I dati continuano ad essere allarmanti e dimostrano che essere esposti all’alcool, nel periodo prenatale, può portare conseguenze anche gravi e lo ha già fatto per circa 70 milioni di persone nel mondo: due bambini su cento in Europa e uno su cento negli Stati Uniti soffrono di disordini feto-alcolici.
A questi disordini fanno capo tutta una serie di disturbi dell’apprendimento, problemi comportamentali e malattie mentali causate dall’abuso di alcolici delle madri durante la gravidanza.
Le immagini sono volutamente forti ed eloquenti. Inoltre, in alcuni video e cortometraggi sempre diffusi dall’associazione, i genitori di bimbi affetti da tali disturbi parlano delle conseguenze dell’assunzione di alcol durante la gestazione, cercando di far riflettere chi prende il problema in modo troppo superficiale.
Fonte: Eufasd, Too young to drink