I tradimenti della moglie di Bossetti non sono meri “affari di gossip”!
Gli amanti di Marita Comi, le dinamiche delle sue relazioni extraconiugali, i periodi in cui esse si consumarono, la ricaduta sulla vita familiare di Massimo Giuseppe e l’identità dei protagonisti di queste tresche amorose, sono tutti elementi non trascurabili per ridisegnare e riqualificare i confini del delitto ed il movente del presunto assassino.
Dinnanzi alle rivelazione degli amanti di Marita Comi, rintracciati dagli investigatori durante il lavoro di analisi dei tabulati telefonici, parte dell’opinione pubblica ha temuto che un grave evento di cronaca si trasformasse in una vicenda scandalistica, a tutto danno della ricerca della verità ed in dispregio alla giustizia che Yara e la sua famiglia meritano.
Ebbene non è così.
Non a caso le autorità hanno scandagliato la vita privata dell’intera famiglia Bossetti e non per caso le hanno seguito con attenzione la pista dei tradimenti della moglie di Massimo Giuseppe.
Inizialmente Marita Comi è apparsa come la donna devastata da molte scoperte sconvolgenti:
lei si era accompagnata ad un uomo accusato di essere un assassino spietato; lei aveva generato i suoi figli con un padre capace di insidiare ed uccidere una bambina; a lei era stata negata la verità sui natali di Massimo Giuseppe; lei rimaneva sola senza il suo marito amatissimo; a lei spettava d’improvviso il compito di proteggere i suoi bambini travolti da uno “scandalo” capace di distruggere la famiglia perfetta in cui vivevano.
L’immagine di Marita che va a trovare Massimo Giuseppe accompagnata dal parroco è emblematica e riassume in toto la figura della moglie distrutta da tanti dolori.
Le indagini però arrivano in breve tempo a conclusioni inattese e diverse:
Marita Comi ha intrecciato certamente due relazioni extraconiugali differenti, durate per un periodo “considerevole”, intervallate da alcune pause e una addirittura ha per protagonista un amico di famiglia di Massimo Giuseppe.
Il tradimento ribalta i ruoli: Massimo Giuseppe (che solo per un momento non va considerato solo come il presunto killer di Yara Gambirasio) diventa la “vittima della moglie”, la sua autostima crolla, la sua virilità è messa in discussione, la verità del suo rapporto affettivo vacilla.
E se Massimo Giuseppe sapesse o avesse sospettato della relazione tra Ester e Guerinoni, conoscendo tutto o qualche cosa suoi veri natali? Marita, come Ester ,sarebbe stata un’altra donna dominatrice nella vita di Bossetti?
Da un punto di vista psicologico questa situazione di destabilizzazione affettiva può di fatto essere devastante se e quando il soggetto debole cova nel suo cuore già problematiche serie, eventualmente sopite da un acquisito equilibrio di vita.
Insomma i tradimenti della moglie potrebbero aver risvegliato un mostro “addormentato”? Forse sì
Soggetti oltremodo fragili, in particolari situazioni di sofferenza, possono reagire scaricando le loro frustrazioni su vittime deboli; ed una ragazzina dei 13 è una vittima debolissima.
Con l’indagine sulle abitudini sentimentali dei Bossetti gli investigatori probabilmente hanno, alla luce di quanto detto, strutturato ed articolato il movente dell’omicidio della 13enne:
Yara avrebbe potuto rappresentare per Bossetti una “preda” su cui e con cui dimostrare in modo infallibile la propria virilità; la bambina poteva rappresentare l’occasione per non ricevere rifiuti amorosi e per sentirsi un dominatore.
Ed in questo senso ab origine forse Bossetti non voleva uccidere Yara, forse, a causa della sua perversione, in presunto killer era convinto di essersi veramente invaghito della sua vittima.
Letta in questo senso la vicenda avrebbe una spiegazione che si allontana dalla pura perversione ma rintraccia e considera molti aspetti della vita di Bossetti, compresa la sua nascita attribuita ad un padre diverso da quello anagrafico.
Letta così l’indagine sulla figura della moglie ha un senso compiuto che nulla ha a che vedere col “gusto dello scandalo”.