La diversità fa paura, la sofferenza fa paura.
Solo questo può razionalmente essere alla base di un rifiuto della propria creatura. E’ accaduto nuovamente. Una mamma surrogata, che ha affittato il proprio utero per circa 15.000 euro, ha dato alla luce due gemellini, un maschio e una femmina.
La piccola è risultata affetta da distrofia miotonica, una malattia genetica neuromuscolare degenerativa che appunto progredisce dando gravi problemi respiratori, perdita di tono muscolare, dalla semplice espressività del viso fino a difficoltà più gravi a livello di sviluppo cognitivo.
I genitori biologici, forse anche rafforzati dal mancato legame fisico della gestazione, non se la sono sentiti di prendere con loro anche la bimba e hanno portato a casa solo il maschietto.
La mamma inglese che ha portato avanti la gravidanza si è detta sconvolta dall’accaduto, incredula e ancora di più dalle parole dure della madre biologica che le avrebbe detto al telefono di non volere un “vegetale bavoso come figlia”, “non lo vorrebbe nessuno…chi mai prenderebbe una bambina così, una disabile?”
“La odio per ciò che ha detto, sono contenta che abiti lontano da me e che non debba incontrarla per strada!”
Così pensa la mamma che per nove mesi ha tenuto in grembo la gemellina (Amy).
Parole che si commentano da sole per la loro durezza e ricordano un altro recente caso di un gemellino rifiutato dai genitori biologici, affetto da sindrome di Down.
La madre surrogata, sei settimane prima della presunta data del parto, era stata sottoposta ad un cesareo d’urgenza. Subito si è accorta che qualcosa non andava per Amy, le gambine penzolavano ed aveva un colorito grigiastro, ha temuto che fosse morta.
Dopo un mese il maschietto è tornato a casa mentre la sorellina si è vista negare questa possibilità.
La madre surrogata ha allora deciso, di comune accordo con il suo compagno, di prendersi cura della piccola come se fosse sua, prelazione che è concessa alle mamme surrogate in Gran Bretagna.
La coppia, che ha altri figli, ha deciso di sostenere tutte le spese, per quanto onerose, cambiare casa per adattarsi alle nuove esigenze e il “padre” ha trovato un lavoro con orari più flessibili per poter meglio collaborare alle necessità.
Malgrado tutte le difficoltà la neomamma ha dichiarato:
“Amy è al 100% nostra figlia, la amo tanto quanto gli altri miei figli.”
Fonte: Telegraph