Un’incredibile ondata di proteste ha accompagnato il lancio sul mercato di un nuovo prodotto della linea di abbigliamento Zara ben conosciuta e diffusa in tutto il mondo come un brand dal buon rapporto qualità-prezzo.
Questa volta però la multinazionale fashion ha proprio “toppato” clamorosamente rimanendo vittima di una gaffe colossale che ha quasi il sapore di un incidente diplomatico!
Lo stupore e quasi l’incredulità ha gelato tutti quando, nelle vetrine della catena in Svezia, Albania, Francia e Israele, è comparso un capo di abbigliamento definito come “una maglietta a righe stile sceriffo” di un completo di pigiama.
Inutile dire che la maglietta in questione ricorda perfettamente le tristemente famosi uniformi che gli ebrei erano costretti ad indossare nei campi di concentramento.
Migliaia di commenti hanno invaso i profili pubblici di Zara sui social Facebook e Twitter con toni che andavano dall’ironia, al più risentito orrore per un tale affronto!
I parenti dei sopravvissuti hanno subito protestato in massa come tutti gli acquirenti che, seppur non ebrei, si sono sentiti toccati da una mancanza di sensibilità così plateale!
Impensabile acquistare una maglia del genere.
La t-shirt presenta le stesse righe e lo stesso simbolo della stella di David che veniva cucita sulle divise o sui vestiti, il cui solo ricordo fa orrore. Il fatto poi che siano comparse anche in Israele è sembrato il colmo!
L’azienda spagnola si è subito prodigata a scusarsi e a diffondere comunicati che limitassero i danni dell’accaduto, spiegando che ovviamente l’intento non era quello di riprodurre quelle divise ma una maglia da sceriffo a cui la stella si riferiva, tanto che, al suo interno, vi è la scritta “Sheriff”.
Peccato che la scritta ci sia ma sia quasi invisibile!
Naturalmente i capi sono stati subito ritirati dai punti vendita e Zara ha sottolineato che saranno distrutti.
Viene da chiedersi se si tratti di ignoranza pura e semplice o di una superficialità altrettanto inspiegabile, in entrambi i casi è davvero sconvolgente e di cattivo gusto.
Certo è che non è la prima volta che l’azienda viene coinvolta in situazioni imbarazzanti di questo tipo e già nel 2007 era stata costretta a ritirare dal mercato una borsa che conteneva simboli hindu e buddisti insieme a delle svastiche!
Zara sottolinea che sono incidenti isolati che nulla hanno a che fare con una presunta linea antisemita del brand.
Recentemente poi era stata accusata di razzismo per aver messo in commercio una maglietta con uno slogan: “Il bianco è il nuovo nero”.
Sicuramente ci permettiamo di osservare che forse l’azienda dovrebbe rivedere alcune linee guida nelle sue operazioni di marketing.
Fonte: Corriere.it