Uno studio inglese condotto dalla Royal Society Medicine ha indagato le esperienze di 720 donne che hanno subito un lutto perinatale.
Quando una donna mette al mondo un figlio prova una esperienza forte e unica. Questa diviene devastante quando il figlio che ha nutrito e cresciuto in grembo per nove mesi viene a mancare o durante il parto, o nell’ immediato periodo successivo.
Sopravvivere ad un figlio è uno dei dolori maggiori che si possa provare, e anche se questo figlio è stato tra le tue braccia per poco tempo, il lutto è un momento difficile da superare, e spesso le persone e le strutture non aiutano questa elaborazione.
Lo studio della Royal society, pubblicato dal canale britannico BBC (questo l’articolo originale) ha infatti confermato che quanto messo in atto da medici e paramedici a seguito della morte di un neonato ha avuto un impatto choccante per i genitori.
Ad esempio alcuni di essi ha considerato abominevole l’essere stati condotti in reparti maternità dove potevano sentire gli altri bambini piangere, o altri ancora sono stati trattati in maniera talmente fredda dal personale ospedaliero da averli considerati insensibili al dolore.
Purtroppo elaborare un lutto così grave è dura, e soprattutto ognuno di noi ha dei tempi e dei modi per vivere questa angoscia molto personali.
Un genitore che perda un figlio subito dopo la nascita sente il mondo contro, non vede futuro, non sente speranze, e questo si può trascinare anche per molto tempo.
Ovviamente compito degli specialisti dovrebbe essere seguire la coppia non solo durante i primi giorni da quando lascia l’ospedale, ma anche per molto tempo dopo, ma questo purtroppo spesso non avviene.
A volte sono i genitori stessi a non volere l’aiuto da un estraneo.
Rabbia, sensi di colpa, tristezza infinita, questi sono i sentimenti che invadono la casa di una coppia che era uscita da quelle mura per andare incontro ad una nuova vita, e invece torna con un peso sulle spalle, a volte più grande della persona stessa.
Alcuni esperti suggeriscono, ma anche un po’ di buon senso basta, di non recarsi subito sul posto di lavoro, di prendersi del tempo per riflettere, anche solo per riposare fisicamente dopo questa tragedia, che stanca anche nel corpo oltre che nella mente.
E’ molto importante in questi frangenti non tagliare la comunicazione con il partner.
E’ importante invece lasciare questa via aperta, per aiutarsi a vicenda, e per capirsi.
Magari il modo in cui si affronta e si elabora il lutto è diverso all’interno della coppia, e saperlo potrebbe essere motivo per non fraintendere frasi e azioni dell’altro.
Purtroppo il dolore in alcuni casi è una esperienza che allontana proprio per una mancanza di intenti comuni, o semplicemente per mancanza di comunicazione.
Parlare, esprimere ognuno il dolore all’altro può spesso aiutare se stessi e il partner ad elaborare, se non prima, meglio questo sentimento.
Non è detto infine che in questi momenti uno dei due, o tutti e due in una coppia non senta forte il desiderio di elaborare in modo del tutto personale un lutto così grave, e voglia prendersi del tempo per stare isolati da tutti, anche dal proprio partner.
Anche il rapporto con il mondo esterno alla famiglia vivrà un momento difficile.
Scoprirai che non tutti gli affetti sono in grado di stare vicini, o magari gli altri, i parenti e gli amici lo faranno in un modo che urterà la sensibilità della coppia, ma anche loro soffrono, e capire questo fa comprendere gli altri.
Qualcuno sarà imbarazzato nel parlarti, altri non si avvicineranno, altri invece vorranno sapere come ti senti.
Non pensare che l’aiuto di un professionista sia sintomo di una patologia psichiatrica.
Anzi in alcune occasioni l’elaborazione di un lutto così forte passa proprio dal racconto ad un estraneo.
O ad un gruppo di ascolto, composto magari da persone che hanno vissuto lo stesso trauma, e che possono capire in che stato ci si trovi.
Considerare queste opzioni potrebbe voler dire superare un momento difficile, ma mai dimenticare un’esperienza così forte.