Continua a destare molta preoccupazione l’epidemia della malattia da Virus Ebola scoppiata nell’aprile scorso in alcuni paesi dell’Africa occidentale.
Nel comunicato stampa diramato attraverso il sito del Ministero della Salute, che ha come oggetto “Malattia da virus Ebola, Africa Occidentale – aggiornamento 31 luglio 2014”, il numero cumulativo dei casi attribuito a EVD (virus Ebola) è pari a 1323 (confermati e non), di questi 729 sono deceduti (dato aggiornato al 27 luglio scorso).
Dati che purtroppo continuano a crescere.
Infatti, secondo gli ultimi aggiornamenti resi noti dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) il 4 agosto scorso – vedi tabella posta nella gallery – l’ultimo bilancio, ricavato sommando casi probabili, accertati o sospetti, conta 1603 casi e 887 morti, facendo così registrare ben 158 decessi in pochi giorni.
A destare maggior preoccupazione inoltre è la rapidità con la quale si diffonde tale virus che, come riportato sul sito ufficiale dell’OMS, “si trasmette per contatto diretto con il sangue, fluidi corporei e tessuti di animali o persone infette”.
Fino ad ora “circoscritto” ai soli paesi quali Guinea, Liberia e Sierra Leone, in queste ultime ore, secondo quanto riportato su “Il sole 24 ore”, le autorità nigeriane avrebbero annunciato il secondo caso di Ebola nel Paese.
Lo scorso 20 luglio, il funzionario americano dell’ambasciata in Liberia, Patrick Sawyer, ha accusato un malore sull’aereo che da Monrovia (Liberia) lo stava trasportando a Lomé (Togo).
Apparso da subito grave, è stato fatto sbarcare a Lagos, città della Nigeria, e trasportato d’urgenza presso l’ospedale situato nel quartiere di Obalende dove è deceduto poco dopo il suo arrivo.
Nonostante la successiva quarantena e l’isolamento al quale è stata sottoposta l’intera struttura, tentativi utili per cercare di contenere il virus, le autorità nigeriane, come detto in precedenza, hanno dovuto annunciare il secondo caso di Ebola: uno dei medici che aveva assistito proprio Sawyer.
Un dato che ha fatto aumentare i controlli sulle 70 persone entrate in contatto con quest’ultimo; tra questi, 8 sono attualmente in quarantena in quanto tre di loro hanno iniziato a mostrare sintomi compatibili, ma non ancora accertati, con l’EVD.
E cresce la paura anche negli Stati Uniti in seguito al rimpatrio di due volontari infetti: il dottor Kent Brantly e l’operatrice Nancy Writebol.
Secondo quanto riportato da “Il sole 24 ore”, i due, che hanno contratto il virus in Liberia, sono stati trasportati su un jet posti in una capsula di isolamento al fine di evitare ogni possibile contagio.
Gli ultimi aggiornamenti forniti oggi dall’agenzia stampa Ansa, parlano di un miglioramento del dottor Brantly, attualmente ricoverato in isolamento presso l’Emory University Hospital di Atlanta.