Il 19 marzo si celebra la festa del papà.
In Italia ciò avviene dal 1968, quando venne decretata la festa nazionale; attualmente non lo è più, è stata abrogata tramutandosi in un momento di ritrovo familiare, vissuto con maggior vigore dai bambini, che festeggiano la figura paterna con piccoli regalini per i loro papà, simbolo di riconoscenza.
La celebrazione del ruolo paterno è ricorrente nella storia dei popoli, anche se attualmente viene legata a San Giuseppe, protettore dei falegnami, dei poveri e dei derelitti nonché sposo di Maria e padre di Gesù.
In un paese quale è l’Italia popolato a larga maggioranza da cristiani e cattolici, la figura di San Giuseppe incarna i valori del buon padre che è generoso, comprensivo, premuroso e affettuoso… un “papà giusto”.
Anche il valore cristiano dell’ospitalità, della benevolenza verso il prossimo vengono recepiti in questa festa, ricordando l’odissea di Giuseppe e Maria che vagarono in cerca di un riparo accogliente in cui far nascere il loro figlio e che, non trovando ospitalità presso la gente del luogo, furono costretti a mettere al mondo il loro bambino in una grotta o capanna a seconda delle versioni. L’importanza dell’ospitalità viene sottolineata in alcune località italiane, ancora oggi dall’allestimento di banchetti, presso le chiese, per i poveri e i bisognosi.
Non è cosa da poco ricordare che in Italia il nome Giuseppe è tra i più diffusi e dunque molti festeggiano anche l’onomastico in questo giorno.
La prima giornata dedicata alla festa del papà sembrerebbe risalire ad inizio ‘900 negli Stati Uniti. Molti paesi attualmente la celebrano ma in giornate diverse rispetto all’Italia.
Il linguaggio dei fiori sembra suggerire la rosa rossa come simbolo floreale per il papà; se il padre non c’è più, appare indicata una rosa bianca, dove il colore bianco rappresenta la purezza dell’animo.
Non possiamo ignorare la vicinanza di date tra la festa del papà e l’inizio della primavera, il 21 marzo. Il passaggio dall’inverno alla primavera segna il cambiamento verso una stagione fertile, la natura “si risveglia”, sbocciano i primi fiori, le temperature si alzano. La cultura rurale celebra il passaggio di stagione con riti purificatori, tramite l’allestimento di pire di fuoco che bruciavano accompagnati dai inni cantati in favore di San Giuseppe.
Simbolo della festa sono sicuramente le zeppole di San Giuseppe, dei dolci simili a frittelle con qualche variazione regionale. Mangiare zeppole è una concessione momentanea al digiuno quaresimale cristiano che segue la chiusura del Carnevale e si conclude con la Pasqua.
Le connotazioni cristiane e pagane della celebrazione di questa ricorrenza hanno un comune denominatore, il festeggiamento del ruolo del papà come figura caposaldo nella vita di ogni figlio.
…tanti auguri a tutti i papà del mondo, ai papà che non ci sono più e a coloro che lo diventeranno!