Dopo la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso aprile, con la quale la consulta aveva dichiarato illegittima la norma che vietava la fecondazione eterologa, ecco adesso che una regione italiana decide di fare da apripista, e dichiara di avere centri di procreazione già in possesso di tutti i requisiti per procedere con questa tecnica.
Cosa succede in Italia con la procreazione medicalmente assistita (PMA)?
Con la legge 40 del 2004 il governo di allora stabilì tutta una serie di linee guida per la PMA, con normative che allora scatenarono un dibattito, che è continuato fino ad oggi.
Tra gli altri, la legge prevedeva questi articoli:
- Un numero massimo di tre embrioni per l’impianto (art 14 comma 2).
- Il divieto di crioconservazione degli embrioni (art 14).
- Il divieto di fecondazione eterologa (ovvero con semi o ovuli esterni alla coppia).
Nel corso di questi 10 anni però, a suon di sentenze e moratorie da parte del parlamento europeo, sono caduti poco a poco i divieti di questa famigerata legge 40, ultima lo scorso aprile il divieto di fecondazione eterologa.
E a seguito di questo la presidente dell’Associazione dei centri di procreazione medicalmente assistita (Cecos) Elisabetta Coccia afferma “La Toscana è l’unica regione in Italia i cui centri di procreazione medicalmente assistita hanno già i requisiti, sia autorizzativi regionali sia di verifica da parte del Centro nazionale trapianti, per poter effettuare la fecondazione eterologa. La Toscana ha inoltre già perseguito il percorso di recepimento della direttiva Ue in materia ed i suoi centri sono dunque nella condizione di poter offrire l’eterologa ai cittadini” (fonte: il secolo XIX)
La regione infatti avrebbe deliberato in materia di offerta di procedura di fecondazione eterologa per i propri cittadini in centri pubblici, privati e convenzionati.
Non appena verrà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione questa procedura sarà esecutiva.
Si prevedono code ai caselli sulla A1 in entrata a Firenze.
Fonte: rai news