Fin dall’inizio dell’estate si è sentito parlare di un “allarme meduse” che avrebbero invaso il nostro mar Mediterraneo.
Colpa il riscaldamento globale, o la pesca intensiva, a gran voce si gridava al pericolo invasione da parte di questi celenterati.
Ma è davvero così pericolosa questa invasione?
E soprattutto, si può davvero parlare di invasione?
Sulle pagine di Focus ha risposto Ferdinando Boero, biologo marino dell’Università del Salento e Cnr-Ismar, intervistato anche a inizio mese di Luglio da Radio Capital.
Il professore Boero risponde che la cosa più pericolosa di questa estate sono i falsi allarmismi lanciati dalle testate giornalistiche.
Questo già dovrebbe servire a smorzare la sensazione di pericolo.
E suggerisce comunque in primo luogo, quando si va al mare, di consultare un sito, che descrive come “esperimento di scienza cittadina”, e che contribuisce a costruire una sorta di “mappa delle meduse”, grazie agli avvistamenti dei bagnanti nelle varie pozioni del Mediterraneo: meteomeduse.
Le meduse di per sé non vivono in una zona ben specifica perché trasportate dalle correnti.
E’ inesatto dunque anche sostenere che esistono tratti di mare infestati.
Sebbene esista un grande evento riproduttivo che ha fatto si che il numero di celenterati nel Mediterraneo fosse in misura maggiore in questi ultimi anni.
L’allarme scatenatosi a inizio dell’estate, secondo cui il mare intorno alle isole Eolie fosse invaso da questi animali ha una spiegazione scientifica:
«Le specie di medusa pelagia risalgono dal mare profondo in corrispondenza di questo arcipelago siciliano, si riproducono, e poi, da lì, si disperdono nel resto del Mediterraneo occidentale. Ma le spiegazioni fornite negli articoli di divulgazione sono state tagliate. E “dalle Eolie potrebbe partire l’invasione del Mediterraneo occidentale” siamo arrivati a titoli come “Le Eolie invase dalle meduse” » dice Boero.
Attenzione anche alle informazioni che non hanno alcuna origine scientifica.
Le meduse vivono in acqua calda o fredda? Pulita o sporca?
Niente di tutto questo può servire a stabilire una zona a rischio invasione, l’unico consiglio che dà il professore è “Tuffarsi in acqua e guardare”!
Come si tratta la puntura di meduse?
Ecco un sacco di altre leggende metropolitane:
- Non usare l’acqua dolce
- Non sfregare la parte ferita
- Non fare pipì sopra la zona interessata
- Lavare con acqua di mare
- Andare in farmacia a comperare il prodotto specifico per punture di medusa e di insetti.
Tra i consigli più pratici, la consultazione del sito meteomeduse, in costante aggiornamento.
Cosa dice Boero a proposito dell’invasione di meduse giganti, note con il nome di Drymonema dalmatinum (proveniente dalla Dalmazia, e con dimensioni che possono arrivare fino a un metro di diametro, ndr)?
L’ultima volta che sono stati avvistati questi esemplari era il 1940, adesso sono stati riportati 3 casi, parlare di invasione sembra troppo anche ad un esperto!
Infine il professore si pronuncia sui provvedimenti che stanno mettendo in atto alcuni gestori di impianti turistici e balneari, ovvero le reti antimedusa:
“E’un sistema di reti molto utile in Australia, dove esistono meduse letali. Nel mediterraneo, serve ma il sistema più efficace è ancora in sperimentazione” afferma.
Insomma, per questa estate, attenzione alle meduse, ma soprattutto, state attenti alle notizie allarmistiche che si sparano sui giornali.
“E se proprio non le puoi combattere, -conclude l’esperto – mangiale!” (magari proprio quest’ultimo consiglio non prendetelo proprio alla lettera!)
Ascolta l’intervista integrale su Radio Capital