Non conosco il titolo del video che voglio condividere qui sotto, ma l’argomento salta subito all’occhio.
Il video comincia con un ragazzo che afferma: “Ho 422 amici e sono solo”.
Ovviamente asserisce ad amici dei social network.
E fa una considerazione, che in molti fanno.
Cosa hanno realmente di “social” questi siti di amicizie?
Se per restare in contatto con amici virtuali perdi il senso del reale, si è davvero sicuri di vivere la vita?
Mi è capitato di vedere questo video proprio adesso, che da una settimana non ho più lo smartphone.
Mi è caduto in acqua e ho dovuto ripiegare su un telefono che, come in un passato ormai remoto, serve per “telefonare”.
Basta, niente altro: niente what’s app, niente social, niente internet, non ho neanche la rubrica, e quando qualcuno mi chiama ho ripreso l’abitudine a dire “Pronto?” e “Ciao” (avete mai notato che non ci salutiamo più quando rispondiamo al telefono, perché sappiamo chi risponde all’altro capo, e magari iniziamo la telefonata con una battuta o con un discorso?)
Quando intorno alla metà del video ho visto la scena in stile “Sliding doors” ho realizzato che davvero, a tutti potrebbe capitare una cosa simile.
Nella storia del video il ragazzo si perde in una città e chiede ad una ragazza la strada.
Da lì comincia tutta una storia che si sviluppa proprio grazie a questo incontro fortuito, che non sarebbe mai avvenuta se invece di chiedere informazioni per strada questo tipo avesse tenuto gli occhi bassi sul suo cellulare, magari tentando di trovarla con il suo navigatore, o con qualche altra app di nuova generazione.
E’ così, andrà così, la tecnologia è questa.
Sono con un telefono del mesozoico da una settimana, e già mi sento come fuori dal mondo.
Eppure sono “miracolosamente” sopravvissuta.
Si stava meglio quando si stava peggio?
No, sicuramente.
Una frase mi ha colpito molto del video, quando dice: “Non sarai il miglior padre del mondo se non riuscirai a trattenere tuo figlio senza un iPad”.
Per davvero.
La storia di questo video ci deve far riflettere su una verità: Se siamo troppo impegnati a guardare in basso, non vedremo le opportunità che ci perdiamo.
E soprattutto, se ogni tanto facciamo qualcosa senza il bisogno morboso di comunicarlo alla rete, se davvero riusciamo a giocare con nostro figlio senza un computer, se riusciamo a far si che quel ricordo resterà solo nel cuore di due persone, invece che negli occhi di 400, magari avremo speso bene, o meglio una parte del nostro tempo.
Guardate il video, e convincetevi (convinciamoci!) che si può vivere anche con un telefono che fa soltanto telefonate.