I genitori di un bambino di circa 11 anni, affetto da sindrome autistica sono stati arrestati lo scorso mercoledì dalla polizia, dopo che questi hanno scoperto che il ragazzino viveva in una gabbia all’interno dell’abitazione.
E’ successo ad Anaheim, in California. I genitori, Loy Vu, 40 anni, e Trang Le, 35, di origine vietnamita sono stati accusati di messa in pericolo e imprigionamento del figlio.
Le forze dell’ordine sono piombate in casa della famiglia intorno alle 13.00 dopo avere ricevuto una soffiata, e hanno rinvenuto nell’appartamento una gabbia con all’interno un materasso.
“Nella gabbia sono stati rinvenuti segni evidenti che qualcuno avesse vissuto là dentro, compreso un materasso” dice il tenente Bob Dunn.
La gabbia misurava circa 2 metri per 1.5, ed era sufficiente per far stare un ragazzino in piedi.
I membri della famiglia hanno sostenuto che il figlio era incapace di comunicare, e che con la crescita era diventato violento e non riuscivano a mantenere alcun controllo su di lui, se non costringendolo a stare nella gabbia.
Il bambino è stato trovato in buone condizioni fisiche, nutrito e ben ordinato e lavato. È stato condotto in ospedale in via precauzionale per accertare il suo stato di salute, ma non ha necessitato di interventi medici.
Il ragazzo ha due fratelli, di 8 e 10 anni, che sono stati affidati ad una custoda temporanea dai servizi sociali.
Secondo i primi rilevamenti il ragazzino sarebbe stato rinchiuso per anni nella gabbia.
Essendo di origini straniere la famiglia avrebbe sofferto di barriere linguistiche, cosa che ha portato gli inquirenti ad avvalersi di un interprete per verificare il caso.
All’interno dell’abitazione anche altre persone, estranee alla famiglia, che avrebbero preso in affitto una stanza.
“Sentivo delle urla, ridere e giocare, ma sono sempre stato convinto che fossero situazioni normali di scherno” dice una delle vicine, sentite dalla polizia, stupita dall’arresto.
Anche altri avrebbero sostenuto che la famiglia sembrava serena, e il ragazzo apparentemente sano.
Peter Thach, esperto di autismo, intervistato al canale Americano NBC4 ha commentato: “Forse la famiglia non aveva strumenti adatti per supportare I bisogni del ragazzo, forse erano davvero disperati a tal punto da essere stati costretti a usare quella gabbia”
Le barriere sociali e linguistiche, l’impossibilità di accesso a strutture idonee avrebbero impedito ai familiari del ragazzo a chiedere aiuto