Stamattina su molte testate anche di rilevanza nazionale, c’era una notizia che ha attirato la mia attenzione.
A dire il vero la notizia in questione circolava da qualche giorno, sempre con gli stessi riferimenti, persino sui canali Rai.
“Sono i cani, i migliori amici dell’uomo che finiscono nell’elenco dei beni ‘oggetto di pignoramento’. A confermarlo un ufficiale giudiziario intervistato nella trasmissione Ballarò del 16 aprile: “Si possono pignorare anche i cani” aveva detto. Notizia che ha suscitato non poco scalpore tra il pubblico ma anche negli ambienti animalisti.” Diceva
Equitalia, in breve, potrebbe pignorare tutto, anche Cani e Gatti di casa.
E così via dicendo, testate di Nord, Centro e Sud, tutti a scrivere indignati di questa cosa, della Brambilla disgustata dalla notizia (ex ministro sempre in prima fila per garantire diritti agli animali), e tutti in coro e ancora una volta a inveire contro Equitalia, che arrivava a toccare il cuore delle persone pignorando anche animali considerati facenti parte di una famiglia.
Ma poi, con qualche suggerimento e qualche ricerca in più, questo fumo davanti la notizia si dirada, e gira che ti rigira in rete scopri che la notizia altro non è che una gran bufala, partita da chissà dove, ma arrivata veramente lontano, a giudicare dal numero di articoli e delle parole spese (tutte a sfavore di Equitalia!!).
Partiamo dal principio.
La notizia sosteneva che in un’intervista di Ballarò un ufficiale giudiziario avrebbe ipotizzato, ai sensi di legge, che in caso di pignoramento Equitalia si sarebbe potuta rivalere anche su cani e gatti.
Il pignoramento dei nostri amici a quattro zampe aveva fatto infuriare la stampa, e chiamato in causa i grandi difensori degli animali, Brambilla in prima fila come si diceva (anche il Giornale ci aveva scritto su, con un articolone)
Peccato però che ad una lettura più attenta le crepe cominciavano a vedersi.
Prima fra tutte: se si va a ritroso con un semplice calendario si noterà che il 16 aprile di quest’anno capitava di mercoledì, e da sempre il mercoledì di Rai3 è di “Chi l’ha Visto”.
La puntata di Ballarò presa a spunto per questa news era del 2013, dove in effetti un ufficiale giudiziario era stato davvero intervistato da una giornalista di Floris, ed aveva affermato che anche i cani erano pignorabili (guarda qui il servizio della giornalista nella puntata di Ballarò del 2013).
Dopo la puntata però è lo stesso ufficiale (Carmine Tarquini), a scrivere a Ballarò per precisare la sua affermazione (Vedi qui la lettera di Tarquini )
Altro dettaglio, Codice di Procedura Civile alla mano: è espressamente dichiarato che sono pignorabili tutte le cose del debitore, quindi i beni suscettibili di valutazione economica, come peraltro nella intervista di Ballarò un altro ufficiale specificava.
L’art. 455 del Codice Civile inoltre, al punto sexies recita così:
Gli animali familiari non possono essere messi all’asta giudiziaria.
Lo scopo patrimoniale o lucrativo del pignoramento di un animale familiare deve risultare esclusivamente da idonea e attendibile documentazione fornita dal creditore istante all’ufficiale giudiziario all’atto della richiesta del pignoramento o da univoca documentazione altrimenti reperita dall’ufficiale giudiziario nei luoghi di pertinenza del debitore esecutato in sede di pignoramento.
La documentazione di cui al secondo comma, ove presente, concorre, in originale o in copia, in caso di pignoramento positivo, unitamente al relativo verbale dell’ufficiale giudiziario a formare il fascicolo dell’esecuzione.
In mancanza della documentazione di cui ai commi secondo e terzo, nessun animale può essere assoggettato a pignoramento o a procedura esecutiva di alcun genere, né a sequestro conservativo ai sensi degli articoli 2905 e seguenti del presente codice e degli articoli 671 e seguenti del codice di procedura civile né essere comunque oggetto di vendita o di espropriazione forzate.
Articolo che oltretutto si vorrebbe modificare.
Ancora, sempre la legge prevede che i Beni Impignorabili Sono quelli cui fa riferimento l’art.514 del c.p.c. e cioè quelli che per credo, tradizione, valore affettivo (come ad esempio le fedi nuziali o gli oggetti sacri), prevalgono sul principio secondo cui tutti i beni dovrebbero essere sottoposti a garantire il credito (art 514 del Codice Civile).
Tra i beni impignorabili, come si vede, vi sono quelli il cui valore affettivo sia maggiore di quello economico, evidentemente un cane o un gatto rientrano tra questi.
La frase di Tarquini dunque varrebbe principalmente per animali da stalla come cavalli e mucche, ma difficilmente attuabile per animali da compagnia come quelli domestici. Oltretutto un tale sequestro potrebbe essere immediatamente impugnato davanti a qualsiasi giudice, proprio perché avrebbe un evidente effetto ritorsivo sull’affetto del pignorato.
Insomma rieccoci al solito caso delle bufale in rete (e non solo in rete), che acchiappano tutti i pesci, soprattutto i sensibili e quelli che (come me), se non per “mestiere” si fiderebbero della prima notizia gridata ai quattro venti da giornali e siti!
Sperando di avere un pochino contribuito a creare un servizio di pubblica utilità!