La notizia, pubblicata questa mattina sulla pagina web de IlMattino.it, porta in sé la promessa di una storia favolosa, quasi fiabesca:
il leggendario conte Dracula non avrebbe perso la vita in battaglia, come lasciano credere le ricostruzione storiche, ma sarebbe stato rapito, avrebbe poi raggiunto l’Italia e sarebbe morto a Napoli, dove ancora riposerebbero le sue spoglie.
Nel 1476 il conte Vlad Tepes Dracula, membro celebre dell’ordine del Dragone, scomparve durante una battaglia contro i turchi. Da quella sanguinosa battaglia di Dracula si perse ogni traccia e, per logica conseguenza dell’impegno sul campo di guerra Vlad Tepes Dracula venne dato per disperso.
Non tutti sanno che allo stesso ordine del Dragone a cui Dracula faceva capo, apparteneva anche il re di Napoli Ferrante D’Aragona. Ed una delle figlie di Dracula all’età di 7 anni venne affondata ad una donna napoletana che proprio in quel di Napoli condusse la bambina. Divenuta grande la figlia di Dracula sposò un nobile napoletano della famiglia Ferrillo e si trasferì nella zona di Acerenza in Basilicata ove la coppia aveva ricevuto, come dono di nozze, dei terreni in proprietà. La neo sposa e il suo consorte divennero conti di Acerenza, nobiltà, danaro e un rilevante peso sociale gli appartenevano. Grazie all’acquisita posizione sociale pare che la figlia di Dracula riuscì a riscattare suo padre, rapito e non ucciso dai turchi (rapito esattamente in quella battaglia a partire dalla quale le tracce del Conte si perdono). Così, grazie all’intervento della nobile figlia, Dracula sarebbe giunto in Italia e nel nostro Paese sarebbe rimasto fino alla morte. Una volta decaduto Dracula sarebbe stato sepolto nel cuore di Napoli. La tomba ove ancora oggi riposerebbero le sue spoglie sarebbe sita nel chiostro di Santa Maria La Nova.
Le effigi e i bassorilievi sulla tomba rintraccerebbero tutti gli elementi della storia appena raccontata, il simbolo del dragone al centro del bassorilievo in marmo e i due altari ai lati dello stesso drago non lascerebbero spazio a ricostruzioni dissimili. In maniera particolare i due altari laterali sarebbero simboli di matrice egizia, per la loro natura e struttura sarebbero delle eccezionali rarità, elementi unici per una tomba europea.
A mettere insieme i pezzi del complicato puzzle storico una studentessa napoletana che per la sua tesi di laurea ha studiato ed approfondito i dettagli di quel particolare basso rilievo bel chiostro di Santa Maria La Nova.
Sino ad oggi il marmo veniva ufficialmente ricondotto alla tomba di Ferrillo, il «genero» di Dracula, ma adesso molte cose potrebbero cambiare. Un team di studiosi, seri e non improvvisati sta dunque esaminando i risultati di una ricerca partita dagli studi avviati per la stesura di una tesi di laurea.
Stando alle fonti web (IlMattino.it) già sarebbe stata avanzata, alle competenti autorità, una documentata richiesta per l’esplorazione approfondita del monumento.
Guarda il video: