5 MAGGIO 2011: TERZA GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PEDOFILIA
La pedofilia è un mostro che impaurisce tutti i genitori, che temono che un giorno i propri figli possano essere vittima di qualche depravato che ne abusi sessualmente. Ne abbiamo talmente tanta paura che preferiamo allontanare il pensiero, cullandoci nell’idea che tanto non capiterà a noi, che nostro figlio vive in un ambiente protetto, sano… eppure così non è, perché questo mostro si può celare dietro facce rassicuranti, conosciute, che rientrano nella quotidianità del bambino e che apparentemente meritano la fiducia che noi genitori riponiamo in loro.
Le vittime della pedofilia, bambini innocenti a cui è stato strappato tutto: l’infanzia o l’adolescenza, la fiducia nel prossimo, la dignità, il rispetto e molto altro ancora; sono spesso abbandonati a se stessi. A loro è venuta a mancare la protezione necessaria per sentirsi sicuri e tutelati….hanno paura. Paura di parlare, di denunciare, di farsi aiutare, di farsi curare le ferite fisiche e psicologiche.
A volte la paura nasce non da una mancata confessione, ma dall’ignoranza di chi sta vicino alla vittima e per un’immotivata vergogna preferisce mantenere il segreto sugli abusi avvenuti, rendendosi così complice degli aguzzini stessi.
Fermiamo la paura e rompiamo il silenzio…..
Che questa giornata sia dedicata ad una battaglia comune che riguarda tutti noi, potenziali vittime e non solo chi vittima purtroppo lo è stato…..
…che sia una battaglia contro l’omertà di chi sa e non parla, non denuncia
…che sia una battaglia contro chi si cela dietro il “segreto professionale” abbandonando le vittime a se stessi, voltando loro le spalle, lasciandoli soli nel loro dolore e nella loro disperazione
…che sia una battaglia contro chi abusa dei propri figli, dei propri familiari rendendo prigione di tortura la casa, luogo che dovrebbe accogliere, rifugio di mente, cuore e fisico
…che sia una battaglia per affermare la possibilità di riscatto nella vita delle vittime tramite una giustizia equa, che non faccia sconti di pene, o si avvalga di attenuanti traballanti, riferendo di una compiacenza della vittima; tramite l’obbiettivo comune del superamento delle ferite fisiche e psicologiche che queste torture lasciano nel corpo e nella mente delle vittime; tramite la disponibilità dell’ambiente ad accogliere le vittime ferite e non a ghettizzarle
…che sia una battaglia da gridare e non da condurre in silenzio!
Un sentito ringraziamento a tutti coloro, forze dell’ordine ed associazioni, che si battono giornalmente contro la pedofilia, in aiuto delle vittime e per la sicurezza dei nostri figli.